Un approccio integrato: la mente incarnata e relazionale

Il mio approccio teorico si basa sulle coordinate della mente incarnata e relazionale. Questo significa sostanzialmente considerare la mente e tutti i processi mentali quali le emozioni, la percezione, la memoria ecc. nella loro realtà corporea e sociale. Cerchiamo di chiarire questi due concetti.

Il costrutto della mente incarnata vuole superare la visione cerebrocentrica prevalsa nella psicologia del secolo scorso, la quale riduce gli stati mentali all’attività del cervello, inteso come organo principale di controllo. Questo costrutto viene ripreso da una serie di approcci filosofici e scientifici che enfatizzano l’importanza della sfera corporea nel funzionamento della mente. Entro tale visione si fa riferimento ad un sistema cervello-corpo, caratterizzato dall’interazione reciproca tra le attività cerebrali di elaborazione delle informazioni e la periferia corporea, o per usare termini più scientifici tra il sistema nervoso centrale e quello periferico.

Quando parliamo di corpo è importante però fare una precisazione. A livello di coscienza infatti il corpo può essere vissuto lungo un continuum che vede come suoi estremi un corpo oggetto e un corpo soggetto. Il corpo oggetto è quello visto da una prospettiva in terza persona, corrisponde ad un’immagine ed è il prodotto della nostra percezione in quanto può essere oggettivato attraverso il pensiero riflessivo. Un esempio tipico è il corpo-organismo, il quale viene analizzato dallo sguardo medico, ma anche il corpo che viene plasmato secondo certi criteri estetici nello sport e nella ginnastica, quello sempre più al centro dell’attenzione visiva nei social.

Esiste poi un altro modo di vivere il corpo che corrisponde alla prospettiva in prima persona, ovvero alle sensazioni prima ancora che queste vengano organizzate e oggettivate secondo il pensiero riflessivo. Si tratta del corpo vivo dell’esperienza, di quella dimensione sensoriale di cui diventiamo coscienti quando prestiamo attenzione agli stimoli interni corporei. In psicologia tale dimensione è conosciuta come interocezione e viene distinta dalla percezione di stimoli esterni (esterocezione) e della posizione corporea (propriocezione).

D’altro canto, parlare di mente relazionale, estesa o situata significa riconoscere la plasticità del sistema cervello-corpo in relazione al contesto socioculturale in cui opera. Ciò che siamo è in parte il frutto delle relazioni sociali che hanno caratterizzato la nostra storia di vita, le possibilità di azione fornite dall’ambiente nel quale siamo cresciuti, ma anche lo spazio di condivisione dei propri stati mentali che si modifica continuamente nell’interazione con gli altri. Qui la relazione diventa cervello-corpo-mondo.

Recenti contributi scientifici hanno evidenziato l’influenza dell’ambiente sulle funzioni mentali sotto tre aspetti principali. Il primo si riferisce alla caratteristica di “neuroplasticità” del sistema cervello-corpo, il quale continua a modificare le sue connessioni strutturali nel corso della vita. Non solo i vissuti della prima infanzia, ma tutte le esperienze quotidiane possono contribuire a plasmare le strutture di questo sistema. Il secondo è quello conosciuto come “epigenesi”, ovvero le attività dei neuroni possono indurre cambiamenti in molecole che regolano l’espressione genica. Quindi le esperienze modificano il patrimonio genetico. Il terzo riguarda l’aspetto socioculturale, in quanto le interazioni con gli altri, la lingua, le abitudini, gli strumenti con cui interagiamo nella vita quotidiana e il contesto normativo di riferimento esercitano fin dalla nascita un’enorme influenza sulle funzioni neurali.

Alla luce di queste due prospettive teoriche, cerco di comprendere il mondo del cliente attraverso lo spazio condiviso nell’alleanza terapeutica. Un mondo che si rivela sia nella comunicazione verbale che in quella non verbale. Per questo utilizzo la metodologia dell’analisi bioenergetica, particolarmente adatta per partire dal corpo vivo dell’esperienza fino ad arrivare all’elaborazione dei vissuti affettivi secondo la propria storia di vita. Integro inoltre tale approccio psicoterapeutico con altre pratiche mente-corpo ed elementi di musicoterapia.